Approfondimenti Il potere dell’acqua prima, durante e dopo la nascita

Scritto da Ostetriche Oasi il 01/12/2016

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L’acqua e la gravidanza

Una donna entra in acqua e scoppia a piangere. Condivide nel gruppo la stanchezza accumulata, la fatica ad adattarsi ai cambiamenti e agli imprevisti, a gestire la casa. L’acqua accoglie, scioglie le tensioni e dona nuova energia e motivazione.

Dopo un rilassamento una donna si sente agitata. Cercando di lasciarsi andare all’acqua ha sentito il respiro corto ed è emerso il pensiero della paura del parto. L’acqua smuove e fa affiorare pensieri e paure profonde.

Una donna arriva con gambe e caviglie gonfie. Lavoriamo per riattivare la circolazione. Esce dall’acqua e le gambe sono visibilmente più sgonfie! L’acqua massaggia, riattiva, drena.

Alla fine di un incontro di acquaticità in gravidanza queste sono le parole con cui spesso ci lasciamo: leggerezza, rilassamento, sentirsi rigenerata, momento prezioso per sè e creatura nella pancia, benessere, scioltezza del corpo, massaggio, lentezza, libertà, calma, lasciarsi andare, intimità, condivisione, risate…

E l’acqua accoglie e scioglie tensioni, paure, stanchezza, mal di schiena, contrazioni dell’utero, pesantezza, ritmo frenetico, rigidità.

Se poi l’acqua accoglie anche gli uomini per un incontro per le coppie in attesa… ecco che i corpi si avvicinano e sostengono a vicenda, la coppia sperimenta il prendersi cura l’uno dell’altra sotto un’altra veste. Tutti e tre (mamma, papà e bambino) immersi e quindi più vicini, intimi e uniti. Nell’aria si respirano tanta ossitocina (l’ormone dell’amore) e tante endorfine (gli ormoni endogeni del piacere)!

Uno dei momenti del corso di acquaticità in gravidanza
Uno dei momenti del corso di acquaticità in gravidanza

L’acqua e la nascita

Le donne e le coppie che sperimentano i benefici dell’acqua durante la gravidanza possono intuire più facilmente come questo elemento sia di grande aiuto durante la nascita del loro bambino.

Ritroviamo infatti la sensazione di leggerezza: più la donna è immersa e più si sente leggera. Questo le permette di cambiare posizione con minore fatica e assecondare meglio la discesa del bambino.

L’acqua è un potente analgesico naturale: non azzera la sensazione dolorosa delle doglie, ma la riduce molto. Per poter sfruttare questa risorsa è importante che la vasca permetta di immergersi fino a livello dei seni. In questo modo si può contrastare la trasmissione degli stimoli dolorosi che partono dal bacino e dalla pelvi diretti verso il cervello.

Immergersi in acqua può essere molto utile durante un periodo prodromico (la fase che precede il travaglio vero e proprio) lungo e intenso: spesso facendo un bel bagno caldo le doglie rallentano permettendo il riposo, la distensione e il recupero delle energie sia a mamma che bambino. L’immersione può anche stimolare la dilatazione del collo dell’utero, a volte anche rapidamente!

In qualsiasi momento l’acqua riduce l’ansia e favorisce il rilassamento e quindi la produzione di endorfine che permettono di entrare in uno stato alterato di coscienza, condizione favorevole per una buona nascita.

E il bambino? Anche lui riceve gli effetti positivi della mamma grazie al suo rilassamento e alle endorfine che produce (il liquido amniotico ne è pieno!). Inoltre è protetto dall’ipossia (mancanza di ossigeno) e nel venire al mondo vive un passaggio più dolce e meno traumatico.

L’acqua è l’elemento della relazione e del legame e può fare da cornice al primo incontro tra il bambino e i suoi genitori. L’acqua ci invita alla lentezza e a godere di quei primi indimenticabili momenti.

Travaglio in acqua in una delle nostre vasche gonfiabili
Travaglio in acqua in una delle nostre vasche gonfiabili

L’acqua e il neonato

Siamo stati immersi per 9 mesi in un liquido caldo e avvolgente e non ci deve stupire che la maggior parte dei neonati si calmi e rilassi quando è in acqua.

I corsi di acquaticità è vero, sono un po’ una moda. Ma come li intendiamo noi, possono essere un’ottima occasione per sperimentare un contatto particolare tra il genitore e il neonato. In acqua i neonati possono esprimersi e muoversi liberamente mantenendo vivi alcuni riflessi innati. E’ sempre sorprendente scoprire quante competenze hanno fin da così piccoli! Per sperimentare e misurare le loro capacità hanno però bisogno (chi più, chi meno) di sentire che mamma e papà si fidano di loro. E’ importante che il bambino sia sostenuto e incoraggiato. Il genitore poi si congratula con lui dopo ogni piccola conquista e questo aiuta ad accrescere l’autostima.

L’immersione completa dei bambini è uno dei momenti più delicati: nel lasciar andare il bambino sott’acqua il genitore impara a fidarsi e il bambino a misurare le proprie risorse.

L’acqua diventa così una bella palestra per rafforzare ancora di più il legame tra i genitori e il bambino.

Mamme e piccoli in acqua

 

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