Approfondimenti Mi prendo il tempo per… nascere!

Scritto da Gisella Giordano il 02/11/2016

fotodamiano

Pochi giorni fa è nato Damiano Libero. A lui, alla sua mamma e al suo papà devo i pensieri di queste mie giornate.

Il 29 ottobre 2016 è stato il giorno del Convegno Nazionale sul Parto a Domicilio. Ci tenevo tantissimo ad andare, insieme alle colleghe piemontesi ho preparato il nostro intervento. Ma da qualche giorno Damiano illudeva i suoi genitori e la sottoscritta di venire al mondo presto, faceva le prove, preparava il terreno… dicesi anche “prodromi”.

Cosa sono i prodromi?

Martedì Damiano ha iniziato a farsi sentire in modo particolare: i suoi movimenti continuano più vigorosi che mai durante il giorno, la notte, invece, recupera le energie. L’utero della sua mamma si contrae provocando un dolore che le ricorda le mestruazioni di un tempo, ma con cadenza irregolare. Sono le prostaglandine che son giunte a rendere il collo dell’utero morbido e a ricordargli di lasciarsi andare. Anche la zona lombare della schiena inizia a farsi sentire e l’intestino si svuota un po’ più del normale. Difficile riposare, faticoso passeggiare tutto il tempo… magari una doccia, magari smangiucchiare qualcosa, anche se l’appetito è poco.

La sera la fatica si fa prepotente, e i pensieri la seguono perdendosi; il buio, poi, porta con sé il pensiero che “una notte così non la posso reggere”. Questo c’è e quindi questo bisogna attraversare, io li posso accompagnare. Insieme ascoltiamo dove è nascosto nel corpo questa pensiero faticoso. È nel petto, stringe il respiro. Proviamo a fargli spazio, mandando il respiro lì. Il contatto di una mano in quella zona del corpo ne aiuta il distendersi. E dopo poco si fa strada l’emozione che fa nascere questo pensiero: è la paura di non farcela, questa volta. Bene, ora ha preso voce, dunque è fuori, non è più dentro. La si può guardare e lasciare andare

Intanto la stanchezza si è fatta profonda, lo scrigno-utero si placa e il tesoro dentro allo scrigno già ha iniziato a riposare. I segnali sono chiari, assecondarli è la cosa migliore. Un massaggio aiuta il corpo a scivolare nel sonno e lasciare andare il controllo. Quel che deve accadere, accadrà.

Andare a letto stanca, nella speranza di essere svegliata a breve è uno dei paradossi della ostetriche: roba da matti. Ma è la sveglia a suonare, non il telefono.

A cosa servono i prodromi?

Aggiornamento mattutino: una gran bella dormita ha riportato il sole e fatto pulizia tra i pensieri. Ecco a cosa servono i prodromi: a fare pulizia! E a preparare il corpo della mamma ad aprirsi al bambino: pensieri, cuore e, infine, collo dell’utero…

I giorni seguenti son passati alla ricerca dell’ossitocina. Quando il terreno è pronto, è lei che che arriva a fiume e, supportata da una buona predisposizione ad accoglierla, scatena il travaglio. Mercoledì, giovedì, venerdì… onde di ossitocina si alternano a silenzi e riposo. Energia, voglia di pulire la casa e fare tre lavatrici in un giorno, la passeggiata più lunga degli ultimi sei mesi, coccole. L’ossitocina, si sa, è amica, porta sempre con sé una buona dose di endorfine: e allora relax sul divano, un buon film, notti di sonno profondo come non mai, umore sereno, “oggi sì, ce la posso fare”.

I prodromi servono anche all’ostetrica. Venerdì pomeriggio scelgo di fare una passeggiata nel bosco, passeggiare è il mio modo di centrarmi. Osservo gli alberi e chiedo loro come fanno a lasciare andare le foglie. Lasciare andare. Ecco il passo che  tocca fare anche a me, imparare dagli alberi. Vivere quel che c’è ora. Il Domani e le mie aspettative, non sono qui nel presente e non mi servono per vivere bene l’Oggi. Lascio andare l’idea di essere al convegno, domani. Accadrà quel che deve accadere.

Il fiocco di Damiano Libero
Il fiocco di Damiano Libero

E dove portano i prodromi?

Questa notte è il telefono a suonare prima della sveglia.

Aspettiamo il mattino perché io sia utile alla famiglia in nuova trasformazione.

Ora non manca più nessuno: un pizzico di catecolamine, fiumi di ossitocina e endorfine a braccetto. Le doglie arrivano insieme al sole, come il sole si alzano a ritmo costante fino a quando Damiano si fa avanti con tutta la sua forza e mamma ormai sa cosa deve fare: lasciarlo andare. Il viaggio sta per finire, è faticoso, molto faticoso. Damiano si spinge, mamma lo asseconda, papà ci crede e si commuove. La mia collega ed io osserviamo, ascoltiamo, accompagnamo.

E Damiano viene alla luce. Bello, rosa, silenzioso perché qui, sul tappeto del salotto, non c’è bisogno di piangere. Mamma e papà son qui per rassicurarlo che il viaggio è compiuto, che è il benvenuto, che è stato coraggioso a lasciarsi andare.

Grazie Damiano Libero. Nascere nella tua casa nel giorno del Convegno sul Parto a Domicilio è un onore. Essere stata con te è stato ben di più.

Gisella

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